“Ricercatore di impercettibili tintinnii della memoria in foreste senza più alberi e in oceani con pesci orfani”Alio Die è il nome che Stefano Musso ha dato al suo brillante ed espansivo progetto di dronescaping. Il lavoro di Musso è iniziato con la ricerca elettro-acustica ed ha cominciato a lavorare con il nome di Alio Die nel 1989. Egli è anche noto per le sue proficue collaborazioni con artisti come Robert Rich, Vidna Obmana, Mathias Grassow, Raffaele Serra, Opium, Amelia Cuni..
La sua personale firma musicale è un ibrido tra il paesaggio sonoro ed il misticismo acustico.
Un toccante ed estatico viaggio nel mondo dei suoni.
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Dopo quasi due decadi di incessante attività, una ricerca tra misticismo,oscurità, sacro e profano, Alio Die riesce nella difficile impresa di riassumere in un solo album i risultati di un'intera scena musicale. E non lo fa certo attraverso la ricerca della perfetta formalità (come per esempio riuscì a Brian Eno in "Music For Airports"),ma andando a concentrarsi interamente sulla tipologia di emozioni intrinseche dell'elemento sonoro, riuscendo così a iniettare la sua musica evocativa all'interno delle immagini stesse, formando un legame per sua stessa definizione inseparabile. Ovvero, quel che pare scontato sia elemento proprio di ogni release ambient, ma che è in realtà a suffragio di un'élite piuttosto risicata, della quale lascia almeno una punta d'orgoglio sapere faccia parte anche un italiano.
Ondarock/Matteo Meda (2012)